Chi sono

Classe 1977, laureato in Matematica, faccio il programmatore e vivo a Latina in zona R6. Mi impegno nella diffusione delle nuove tecnologie: l'informatica può far partecipare più cittadini alle scelte dell'amministrazione, ed aiutare le persone a controllare l'operato delle istituzioni, interagendo con esse. In questo blog discutiamo di come portare partecipazione e trasparenza grazie all'innovazione, nella nostra città e nel nostro Paese. Benvenuti!

Polli vs Pollock – Scherzi di cattivo gusto

Parole sante quelle di Jean Clair – già direttore della biennale di Venezia – sull’arte contemporanea e sul ruolo della  critica d’arte. Ma valgono doppio se vengono da un insider.

La conclusione – applicabile all’arte in generale – è che

Poco importa[va] l’ oggetto: era la sua esposizione, la sua messa in valore, il modo di fotografarlo, le parole per descriverlo che lo facevano esistere, non il suo valore intrinseco

Illuminante la storia della critica – dai “giudici d’arte” dell’età Moderna all’inizio della critica dopo la Rivoluzione Francese. E del parallelismo tra la critica del ‘900 asservita ai regimi e quella attuale imbrigliata dal mercato.

La critica non ha più posto nella divulgazione di un’ arte che è ridiventata un’ arte ufficiale e di culto […]

E poi pure per l’arte “borghese” diviene formalista

quale critico avrebbe osato, negli anni ‘ 30, criticare le forme dell’ avanguardia, che nel frattempo erano diventate delle formule? Chi avrebbe osato criticare la doxa del cubismo,o […] Mondrian? […] il critico [..] era […] colui che forniva le formule, i programmi. Impone le parole d’ ordine, le formule, i manifesti e all’ artista di ubbidire.

…negli anni ‘ 90, quando l’ impostura divenne ancora più evidente, si inventò il termine di “arte contemporanea” […] che fa sì che Jeff Koons sia più “contemporaneo” di Botero – quando in realtà sono entrambi ugualmente kitsch

E la costruzione del mercato dell’arte – basato sulle tre figure: il critico, lo storico e il mercante. Un “italian job” che diviene una macchina consolidata.

Il critico ridiventò [..] il personaggio centrale di questa manipolazione. C’ era bisogno di una operazione […] perché la sua parola assumesse la forza di un dogma [..] aggiungendo […] due figure essenziali: lo storico d’ arte e il mercante. Il mercante è quello che fornisce la mercanzia, lo storico d’ arte colui che ne attesta la provenienza. Al critico non resterà più che autentificarne la qualità e tentare di descriverla con le sue parole.

E quindi mi sento di dire, con tutta la consapevolezza del caso, che le opere di Jackson Pollock sono una cagata pazzesca.

February 12 2012 | Arte | No Comments » | 1,353 views

Zucconi vs Linux – Cotoletta Journalism III

Ok, è partita ufficialmente la guerra “Roberto Polli” vs “esperti di informatica sul web”.

Vittorio Zucconi, sul suo blog scrive:

Per il sistema operativo Android basato su Linux e dunque aperto alle infiltrazioni di “malware”, di software malvagio scritto per danneggiarne il funzionamento, Google ha lanciato ieri il “Bouncer” […] un programma sentinella che deve sorvegliare le nuove app

Ovviamente la causalità tra Linux e malware è una castroneria spaziale. Alle critiche Zucconi risponde dichiarando di non capirne molto di sistemi operativi, di aver letto un articolo di Reuter (che però parla di Blackberry)  e che alla fine il suo articolo non voleva entrare nel merito dei sistemi operativi ma parlare d’altro.

Ma il lavoro del giornalista è informare. E basarsi sui fatti. Disinformare con la scusa del “fàmo a capìsse” è #fail. E ancora peggio è non capire d’aver toppato clamorosamente.

February 08 2012 | Comunicazione | No Comments » | 874 views

Posto fisso, chiodo fisso

Meno male che la polemica sulla noia del posto fisso ci salva dalla noia mortale delle news sulla neve.

Innanzitutto noto che c’è molta confusione sul posto fisso. Confusione, molta confusione, da parte di tutti.

Si confonde il posto fisso col contratto a tempo indeterminato: sono due cose diverse. Innanzitutto perché è auspicabile che il cambiare lavoro sia una scelta 😉

L’art.18 sancisce che per licenziare uno devi avere un motivo. La sua abrogazione cambia qualcosa solo nelle grandi imprese manifatturiere –
che comunque non mi sembra abbiano avuto problemi a mettere alla porta i dipendenti tramite cessione di rami d’azienda, outsourcing e delocalizzazioni.

Per le altre potrebbe essere un rimedio all’atavica incapacità di recruiting delle imprese italiane – che continuano ad assumere parenti, congiunti di politici e manager pubblici. O per penalizzare i dipendenti che reclamano i loro diritti. Prepariamoci quindi – data sempre l’incapacità dei manager delle “fabrichette” a gestire il personale – all’aumento di temperatura dei climi aziendali.

La verità è che il mio contratto a tempo indeterminato mi permette di pianificare il futuro. Senza non ho accesso al credito. Questo non vuol dire che lavorerò sempre nello stesso posto!

E vediamo quindi al problema vero: chi sono i veri tutelati? Chi campa di rendita e senza merito?

Sicuramente molta imprenditoria e finanza italiane. Prendiamo il Michael Martone – figlio di Martone. Prendiamo la Fornero, moglie di Deaglio di destra, che è pure fratello del Deaglio di sinistra.

Non dico che poi non siano bravi: ma che sono sempre loro.

Come Bush padre e figlio, Romney padre e Romney figlio, Kennedy padre (l’ambasciatore) e Kennedy figli, fratelli, cugini. Hillary
moglie…la famiglia è importante non solo in Italia.

In questo mondo bloccato dal familismo, l’Italia sta peggio degli altri. E la competizione si sposta dal management – che tanto non
cambia – al costo del lavoro.

Più che di art.18 dovremmo mettere mano a un antitrust familiare.

Pace,
R.

February 06 2012 | Lavoro and Sviluppo | No Comments » | 796 views

Io con la moneta mia, tu con la moneta tu

Eccoci alla terza puntata di economia pecoreccia – basata sulle monete d’oro:

  1. nella prima abbiamo parlato della svalutazione (il Re di Borgogna che si riduce il debito pagandolo con monete più piccole);
  2. nella seconda dello spread (come la svalutazione influenza il prestito di monete).

Oggi vediamo che succede a un paese che non stampa moneta.

Quel furbacchione del Re di Borgogna riduce ogni tanto il peso delle sue monete per fare fronte ai suoi debiti, mentre quello di Frittole riesce a tenerlo stabile gestendo oculatamente i suoi affari.

Il Conte del Reno non ha un conio. Manda l’oro a Frittole per farselo tornare stampato in monete. Usando la moneta di Frittole, lui ed i suoi sudditi riescono ad avere prestiti convenienti dai banchieri (se non capite perché, leggete la puntata #2). I dazi imposti al passaggio delle merci sul suo territorio riempiono i suoi forzieri.

Accade però che una nuova rotta fluviale aggira il suo territorio. Lui incassa sempre di meno ed ha sempre meno oro da mandare a Frittole per stampare moneta. Non potendo “truccare” le carte come il Borgogna è costretto a diminuire la paga di soldati e cortigiani, o a licenziarli. E a spendere di meno.

L’economia della contea si reggeva su questi dazi: con meno cortigiani e soldati più poveri anche i fornai e i macellai, e il commercio iniziarono a soffrire. Chi poteva vendeva merci all’estero e nonostante fosse sempre conveniente chiedere soldi in prestito, nessuno riusciva però a pagare i debiti contratti in precedenza – avendo meno soldi in tasca.

La situazione peggiorò fintanto che il Conte fece quasi bancarotta, ma suo figlio con un’abile mossa riuscì a trovare una soluzione… nella prossima puntata!

    January 28 2012 | Politica | No Comments » | 1,009 views

    Ricorsi storici

    Prima vennero per i greci,
    e non dissi nulla,
    perchè non ero greca.
    Poi per i portoghesi,
    e restai in silenzio:
    non ero portoghese.

    Quando vennero per gli Italiani,
    e non feci nulla,
    perché io ero tedesca.

    Infine vennero per me,
    ma non c’era più nessuno
    a poter dire qualcosa.

    PS. e che il buon Niemoeller non me ne voglia…

    January 28 2012 | Politica | No Comments » | 874 views

    Sfigato? STUDIA CAZZO!

    Premesso che:

    • Martone è ovviamente un figlio di papà;
    • se a 30anni fai il sottosegretario non credo sia per meriti propri;
    • che la comunicazione è importante;
    • che Martone non mi sta affatto simpatico;
    • fatti salvi i casi umani e le rogne varie che la vita ci riserva;
    • tutto quello che volete…

    Se di “mestiere” fai lo studente full-time e a 28 anni non ti sei laureato ti posso dire solo una cosa: STUDIA CAZZO!

    January 25 2012 | Politica | No Comments » | 1,096 views

    Spread questo sconosciuto

    Benvenuti alla seconda puntata di economia pecoreccia. Vi ricordate tutto sull’inflazione delle monete d’oro? Ora passiamo al famoso Spread!

    Il  re di Borgona ha bisogno di soldi per pagare dei debiti con i capitani di ventura, ma ha poco oro – 2 anni fa’ ha inflazionato la sua moneta d’oro (la £ 😉 portandola da 10g a 8g.

    I banchieri  disposti a finanziarlo – del resto mai farsi nemico un re –  non si fidano della sua moneta:  sono disposti a prestare 100.000£ da 8g  (800kg d’oro) e ne chiedono però  160.000 dopo due anni. Così se anche il re svalutasse nuovamente portando la moneta da 8g a 6g loro avrebbero comunque un guadagno.

    Il re per non indebitarsi troppo fa’ questa proposta: “tra due anni vi darò 100.000£, quanto mi date oggi in cambio?”.  I banchieri propongono 75.000£. Se il re svaluta loro vanno a paro. Se non svaluta ci guadagnano.

    In questo caso il tasso sarebbe del 25% in due anni: quasi il 12.5% annuo. E a questo tasso il re sarebbe tentato di svalutare – reputando troppo alto il guadagno dei banchieri.

    Il re di Frittole, assai virtuoso e ben ricco, ha una moneta  (l’¥ 😉 che pesa 5g da ben tre generazioni. E vuole un prestito per migliorare l’efficienza dei mulini reali. Gli stessi banchieri propongono anche a lui un prestito simile: 75.000¥ oggi in cambio di 100.000¥ tra due anni.

    Ma un’altra banca vuole entrare nell’affare. Confida che l’¥ non cambierà valore tra 2 anni, e che con mulini migliori le finanze del regno non peggioreranno. E per scalzare la concorrenza propone un prestito più conveniente: 90.000¥.

    Il tasso è del 10% in due anni: circa il 5% annuo.

    Un terzo banchiere – anche lui interessato all’affare – decide di  restarne fuori. Prestare soldi a meno del 5% non è conveniente. Il tasso più basso quindi fa’ da punto di riferimento: nessuno riesce a ottenere soldi a meno.

    Lo Spread è la differenza con questo tasso: il regno di Borgogna ha uno spread di 750 punti – il 7,5%

    January 17 2012 | Sviluppo | 4 Comments » | 3,449 views

    Spiritello Porcellum

    La Consulta ha bocciato il “nostro” referendum. Per quanto ne dica il Molisano non credo però che la decisione sia stata politica.

    Il referendum  era un po’ una forzatura, ma per come stavano le cose era doveroso provarci.

    January 17 2012 | Politica | No Comments » | 884 views

    Convenzione PD Lazio: per Pacciotti Segretario

    Come sapete il PD laziale sta scegliendo il nuovo segretario. Usciamo da una fase tremenda: sconfitti a Roma e nella Regione. Governati da un PDL incapace di risanare la sanità e di rilanciare la crescita, ma prodigo di nuovi vitalizi per gli assessori.

    I candidati sono:

    1. Gasbarra, ora parlamentare e già presidente della provincia di Roma;
    2. Pacciotti, responsabile nazionale forum sociali;
    3. Bachelet, parlamentare e figlio del più noto giurista;
    4. Leonori, direttrice della fondazione ItalianiEuropei.

    A Latina il grosso del partito – DiResta, Moscardelli, DeMarchis – sostiene Gasbarra, rimandando il confronto alla prossima tornata – dove si presenteranno probabilmente con due o tre liste diverse a sostegno dell’ex presidente della provincia di Roma. Personalmente mi ricorda le varie liste “Nemici di Veltroni per Veltroni” zeppe di dalemiani che sostenevano Valter alle primare del 2007.

    La parte di sinistra – me incluso – sostiene Marco Pacciotti.

    Mentre un gruppo trasversale – Ranaldi,Proietti,Zuliani – sostiene per Bachelet.

    Ecco perché ho scelto Marco:

    1. farà il segretario del partito, punto. Non il segretario part-time: parlamentare o candidato che sia.
    2. ha un’idea chiara di come organizzare il partito, coinvolgere i militanti, valorizzare le competenze,  snellire gli organismi inutili: riforme simili a quelle che servirebbero all’Italia;
    3. pone l’accento sui temi del lavoro e sulla necessità di un welfare per i precari, sulle disuguaglianze nel mondo del lavoro.

    Gli interessati possono vedere le tesi qui http://www.pacciottisegretario.it

    January 17 2012 | Politica | No Comments » | 935 views

    LaPanzania e l’inflazione

    E’ di oggi la notizia degli investimenti fatti dalla Lega in Tanzania e a Cipro…probabilmente volevano metterli in Padania, ma il brooker svizzero ha capito male…

    Restiamo in tema economico: molti mi hanno chiesto che male ci sarebbe ad uscire dall’Euro. Mi sono trovato a spiegare la storia dell’inflazione ai tempi delle monete d’oro. Eccola qui (fatta semplice).

    1. Ogni reame aveva la sua moneta. Il peso d’oro di ogni moneta ne decretava il valore. Il regno garantiva che ogni moneta con lo stemma del re contenesse il peso giusto d’oro.
    2. Quando un re aveva meno oro – o molti debiti – stampava monete più leggere. Nel suo regno il valore della moneta però restava quello “nominale”: un fiorino valeva sempre un fiorino – a prescindere dal peso.
    3. Il re quindi poteva estinguere il suo debito pagandolo con monete più piccole.
    4. Al di fuori del regno però – e non solo – le persone erano meno disposte ad accettare quella moneta.
    5. La moneta quindi valeva di meno, anche perchè prima di accettarla la gente – non fidandosi – avrebbe dovuto pesarla.
    6. Era meno “pagabile a vista”, perdendo quindi la sua funzione.

    Questa svalutazione penalizzava i creditori. Inoltre decretava un aumento dei costi: chi vendeva un sacco di pane voleva la stessa quantità d’oro, e quindi richiedeva un numero maggiore di monete.

    Chi mercanteggiava spezie con l’oriente avrebbe dovuto pagarle sempre con la stessa quantità d’oro, e anche lui avrebbe aumentato i prezzi.

    Rimanevano invece legati al valore nominale della moneta le forniture reali: soldati, dipendenti, fornitori della corona.

    Beh, vi piace? Abbastanza semplice? Ditemi la vostra!

    January 09 2012 | Politica | 10 Comments » | 2,491 views

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