Caldav4j moved to CircleCI and ships Integration Tests in CI

Caldav4j moved from travis.io to circle.ci. This allowed us to:

– easily running builds locally via `circleci build`
– add integration tests with a custmo baikal image.

This was done with very few changes:

– add a .circleci/config.yml
– limit resource usage on our pom.xml to comply with circleci limits


snippet here

<plugin>
<groupId>org.apache.maven.plugins</groupId>
<artifactId>maven-surefire-plugin</artifactId>
<version>2.22.0</version>
<configuration>

<threadCount>1</threadCount>
<forkCount>0</forkCount>
<argLine>-Dfile.encoding=${project.build.sourceEncoding} -Xmx1024m</argLine>
<useSystemClassLoader>false</useSystemClassLoader>

</configuration>
</plugin>

November 29 2018 | Politica | Commenta per primo! »

Zucconi vs Linux – Cotoletta Journalism III

Ok, è partita ufficialmente la guerra “Roberto Polli” vs “esperti di informatica sul web”.

Vittorio Zucconi, sul suo blog scrive:

Per il sistema operativo Android basato su Linux e dunque aperto alle infiltrazioni di “malware”, di software malvagio scritto per danneggiarne il funzionamento, Google ha lanciato ieri il “Bouncer” […] un programma sentinella che deve sorvegliare le nuove app

Ovviamente la causalità tra Linux e malware è una castroneria spaziale. Alle critiche Zucconi risponde dichiarando di non capirne molto di sistemi operativi, di aver letto un articolo di Reuter (che però parla di Blackberry)  e che alla fine il suo articolo non voleva entrare nel merito dei sistemi operativi ma parlare d’altro.

Ma il lavoro del giornalista è informare. E basarsi sui fatti. Disinformare con la scusa del “fàmo a capìsse” è #fail. E ancora peggio è non capire d’aver toppato clamorosamente.

February 08 2012 | Comunicazione | Commenta per primo! »

Se Jobs non era un visionario…

Stimavo Jobs. Non per l’iPhone o l’iFuck. Né Per le interfacce e tutte quelle menate lì. Ma per essere stato capace di ricominciare dopo il suo defenestramento, creando la Pixar. Jobs non era un visionario, o forse si nel mondo che ci avvolge –  incapace di guardare oltre il proprio naso.

Ha prodotto cose che gli piacevano: per dirla come Eric S Raymondto scratch his own itch. Ed è stato un successo.

La (nuova) Apple è una maison dell’elettronica di consumo – della moda ha il target medio/alto – che ha iniziato a mettere servizi intorno all’hardware: chi spende 300$ per un mp3 player, spende pure 99¢ per scaricarsi una canzone. Ed ecco iTunes, il download legale, benedetto – timidamente – dalle major. E poi l’iPad, la carta elettronica, che ha dato il via all’editoria online.

Poi iPhone, iCloud & co.

Le visioni di Jobs mi sono sempre sembrate profezie auto-avveranti. La musica online è arrivata con Napster. Gli ebook esistono da anni. I palmari e tablet hanno almeno un decennio.  L’iCloud non è altro che un po’ di spazio web dove salvare la tua musica.

Eppure il mondo ha avuto bisogno di lui per scoprire tutto ciò. Il predicatore Jobs diceva: “ecco, c’è questa tecnologia Apple. Fai così e senti tutta la musica che vuoi. Fai cosà e leggi il giornale”. E mentre migliaia di persone come me pensavano “questa è roba vecchia, me la sono implementata già sul mio server linux”, milioni di persone in fila negli Apple Store erano in attesa di pigiare due bottoni e di usare quella di zio Steve.

Il mio tributo a Jobs (e ai milioni in coda) – non ho mai comprato Apple – è stato quello di sbirciare tra le novità del nuovo iPhone 4S: la nuova visione era l’assistente vocale. Ho poi scoperto che il mio telefono Android, ce l’ha già! Ho il telefono da mesi e non me ne ero accorto! Ecco, Jobs era  il banditore che dice “hey, queste cose ci sono, è il momento di usarle!”.

Jobs è stato un grande massificatore: mediatore tra la tecnologia e la gente, tra un mondo dei contenuti giurassico e quello dell’IT. Il punto d’incontro tra mondi imprenditoriali diversi e contrapposti (pensiamo ai rapporti tra Google ed editoria).

Da anni si parla di editoria online, eppure serviva lui ad accendere la miccia. Quando Steve ha detto “comprate l’iPad e leggerete il giornale” tutti i giornali si sono scapicollati per creare la loro app – confidenti che la ricetta di iTunes avrebbe funzionato anche per loro. Del resto chi spende 600$ per un tablet, vuoi che non spenda 50¢ per leggersi il giornale?

October 07 2011 | Costume e Società and Sviluppo | 3 Commenti »

Se Napoli non è solo monnezza

Pomeriggio ad un forum sull’adozione dell’OpenSource nella PA.

Due interventi interessanti:

  1. il Comune di Napoli che passa 2000 PC su Linux Ubuntu + OpenOffice risparmiando 3mln€: i dipendenti sono incentivati all’utilizzo delle nuove piattaforme tramite vantaggi nei concorsi interni;
  2. la provincia di Pisa che ha circa il 40% delle postazioni migrate verso OpenOffice invece preinstalla OpenOffice su tutti i PC acquistati dall’ente. Questa soluzione è stata l’unica che ha permesso di arginare le richieste di office proprietari venuta dal basso (eg. scuole, uffici, ..)

Uno degli interventi sponsorizzato da IBM invece puntava alla loro suite  gratuita e gemella di OpenOffice: Symphony. Dopo l’uscita di LibreOffice – sponsorizzata da Novell – non vogliono rimanere indietro 😉

Pace a tutti,

R:

February 13 2011 | Sviluppo | Commenta per primo! »