La casa dello studente

Dopo un anno e mezzo da pendolare, ho vinto un posto alla casa dello studente di CasalBertone, (ex) popolarissima zona della Capitale incuneata tra la Prenestina e la Tiburtina. Zona proletaria – teatro oltre che dei bombardamenti della guerra e della Resistenza, anche di film storici come Mamma Roma e I Soliti Ignoti – c col cuore nella piazzetta di S.Maria fatta di botteghe artigiane, discount e dalla discoteca alternativa Qube – ora vivace zona di studenti animata dai pub, dal mega-centro-commerciale Auchan e sempre dalla discoteca alternativa Qube.

Ho vissuto qui gli anni più belli della mia vita universitaria, insieme ai miei amici di sempre Pietro Gava e Cristian Lamagna. Con loro ho iniziato il mio cammino politico nei cristiano-sociali, sempre loro sono stati al mio fianco nelle lotte per il diritto allo studio e alla vivibilità delle case dello studente.

Quando siamo entrati alla casa la mensa era gestita da una società vicina a CL che portava cibo precotto da fuori Roma. Gli appartamenti non avevano un’angolo cottura quindi ci attrezzavamo alla meno peggio – lavando le verdure nel lavandino del bagno – o partivamo alla volta della mensa – ora chiusa – di via Paolina.

Non potevamo poi avere ospiti – i genitori dei ragazzi del sud, nel giorno della laurea, dovevano pagarsi l’albergo!

Ho vissuto con ragazzi di diversi paesi ed estrazione sociale. Alcuni amici lavoravano e mandavano parte della borsa di studio ai genitori pensionati. Ho capito che le politiche del diritto allo studio non sono un di più: per molti giovani vogliono dire la laurea o la sconfitta di un ritorno al paesino d’origine, la battaglia persa del riscatto sociale una famiglia.

I tagli di Storace al diritto allo studio hanno decimato gli studenti fuori sede, aumentando il numero degli idonei non vincitori (cioe’ di chi aveva diritto alla borsa ma non la riceveva per mancanza di fondi). Le vittime di questi tagli sono stati soprattutto quelli che lavoravano e non riuscivano a competere con chi, stando un po’ meglio, non era costretto ad arrotondare.

Oltre le centinaia di amici la soddisfazione più grande mia e di tanti coinquilini – tra cui tanti di Latina: Francesca, Manuela e Federica, Claudio, Luca, Rossella, … – è stata di lasciare CasalBertone un po’ migliore di come l’avevamo trovata: con una mensa di nuovo pubblica e a norma , appartamenti provvisti di angolo cottura e bagni ristrutturati ed un regolamento per l’ospitalità.

April 08 2007 12:41 am

Trackback URI | Comments RSS

Leave a Reply