Torino – il lavoro

Nel luglio 2002 vengo assunto da una società di Napoli come sistemista Linux per andare a lavorare presso l’Alenia Spazio.

Arrivo a  Torino pochi giorni dopo. Lo zio di un amico mi presta un monolocale a Porta Palazzo – la casbah Torinese: il primo stipendio arriva dopo un mese e fino ad allora non mi va’ di chiedere troppi soldi ai miei.

Porta Palazzo è un’esperienza assurda: case popolarissime da libro Cuore, dove vivono famiglie di maghrebini e anziane piemontesi, pensionati fiat e studenti. Tutti insieme nel quartiere del mercato ortofrutticolo di Torino e del Balun, la PortaPortese del Piemonte – a 500metri dal palazzo reale dei Savoia.

La gente scappa da Porta Palazzo, io – uomo solo dal look proletario – ho resistito bene. Assiduo frequentatore del ristorante algerino Cartagine, dove con 5€ si saziano i lavoratori del mercato, ho familiarizzato con gli avventori. Uno di loro si è accorto che per risparmiare qualche centesimo non avevo preso niente da bere, e mi ha offerto una bottiglia d’acqua. Mi ha raccontato che lui ce l’ha fatta, ha un lavoro – il pittore – ed i suoi figli studiano alle medie, e che quando mi pagheranno il primo stipendio potrò offrirgli io da bere – acqua ovviamente!

Quando arriva lo stipendio mi trafserisco in un collegio di religiosi, dove rimarrò per due anni. La casa, gestita da Padre Alvaro – un prete reazionario ma un gran lavoratore dotato forse di troppo senso pratico – ha un centinaio di stanzette: dopo i 7mq della mia singola alla casa dello studente non mi spaventano i 9 del pensionato, un po’ di più i 250€ di affitto: ma è a 300m dai cancelli dell’Alenia, e l’affare è fatto.

Il primo contratto è un CoCoCo – che grazie ai consigli di mio zio non era male. In azienda vedo altri Collaboratori come me, le differenze tra i dipendenti e interinali, le difficoltà dei colleghi con famiglia durante i giorni di cassa integrazione obbligatoria – io essendo consulete potevo recuperare con gli straordinari le ore perse durante la chiusura aziendale.

Ho scoperto poi che mi trovavo a Torino perchè l’AleniaSpazio aveva prima separato la parte ICT dal resto con una cessione di ramo d’azienda ad un’altra società Finmeccanica, la ELSAG. Quanto prima,  aveva liquidato la ELSAG ed affidato il tutto alla ditta di Napoli. Il gioco di Alenia, in soldoni, è stato di spostare un po’ di dipendenti in ELSAG per poi toglierseli di mezzo.

Modulo tutto ciò il lavoro era interessante, molte collaborazioni con l’Europa – tra cui il Fraunhofer institute, e gli States; colleghi preparati e simpatici, una mensa decisamente migliore di quella dell’università.

April 08 2007 03:23 am

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