LaPanzania e l’inflazione

E’ di oggi la notizia degli investimenti fatti dalla Lega in Tanzania e a Cipro…probabilmente volevano metterli in Padania, ma il brooker svizzero ha capito male…

Restiamo in tema economico: molti mi hanno chiesto che male ci sarebbe ad uscire dall’Euro. Mi sono trovato a spiegare la storia dell’inflazione ai tempi delle monete d’oro. Eccola qui (fatta semplice).

1. Ogni reame aveva la sua moneta. Il peso d’oro di ogni moneta ne decretava il valore. Il regno garantiva che ogni moneta con lo stemma del re contenesse il peso giusto d’oro.
2. Quando un re aveva meno oro – o molti debiti – stampava monete più leggere. Nel suo regno il valore della moneta però restava quello “nominale”: un fiorino valeva sempre un fiorino – a prescindere dal peso.
3. Il re quindi poteva estinguere il suo debito pagandolo con monete più piccole.
4. Al di fuori del regno però – e non solo – le persone erano meno disposte ad accettare quella moneta.
5. La moneta quindi valeva di meno, anche perchè prima di accettarla la gente – non fidandosi – avrebbe dovuto pesarla.
6. Era meno “pagabile a vista”, perdendo quindi la sua funzione.

Questa svalutazione penalizzava i creditori. Inoltre decretava un aumento dei costi: chi vendeva un sacco di pane voleva la stessa quantità d’oro, e quindi richiedeva un numero maggiore di monete.

Chi mercanteggiava spezie con l’oriente avrebbe dovuto pagarle sempre con la stessa quantità d’oro, e anche lui avrebbe aumentato i prezzi.

Rimanevano invece legati al valore nominale della moneta le forniture reali: soldati, dipendenti, fornitori della corona.

Beh, vi piace? Abbastanza semplice? Ditemi la vostra!

January 09 2012 07:35 pm | Politica| 2,506 views

10 Responses to “LaPanzania e l’inflazione”

  1. Antonino on 16 Jan 2012 at 11:57 pm #

    vagamente, io penso che ci siano motivazioni serie per cui un paese potrebbe decidere di voler uscire dall’euro. L’esempio tipo e’ la Grecia; certo per l’Italia, viste le dimensioni del PIL e del debito e’ un altro discorso ma non diamo per scontato che l’euro sia la via maestra e la soluzione a tutti i mali.

    Come qualsiasi cosa, a determinate regole e condizioni e’ un beneficio per l’Italia, ma nel momento in cui vengono messe in atto (o poste in essere, come dicono i carramba) delle politiche economiche che sono pro-cicliche, direi che non si conclude niente e quindi, tanto vale, uscire dall’euro.

    Non sarebbe castrofico, ovviamente sarebbe piu’ facile rimborsare il debito se la moneta si svalutasse, per tutto il resto, beh, esistono libri e libri, non mi mettero’ qui a dire teorie, pero’ non diamo per scontato che stare nell’euro sia l’UNICA opzione possibile; insomma, OK quelli della Padania dicono stronzate, questo lo sappiamo, ma da persone razionali dobbiamo essere in grado di considerare le alternative razionali sia in un senso che nell’altro e io non credo che, specie in questo momento, esiste una scelta (tra restare o uscire) che ci portera’ sicuramente dei benefici e, in conseguenza di cio’, sia l’unica scelta possibile.

  2. Roberto Polli on 17 Jan 2012 at 12:01 am #

    La via più semplice sarebbe stata quella di svalutare programmatamente l’euro finanziando politiche infrastrutturali – mentre gli stati in deficit avrebbero dovuto proseguire il risanamento.

    La Grecia, economicamente, è un non-problema. La sua appartenenza all’euro è solo la cartina al tornasole della tenuta dell’UE.

    Il risultato ad ogni modo è che l’Euro si è svalutato uguale, senza però nessun beneficio per gli europei.

    Se i PIIGS sono responsabili di non aver risanato negli anni passati, la Merke ha la colpa (grossa) di aver gestito malissimo la crisi greca e di aver aperto la strada alla continentalizzazione della crisi.

    Sullo stare nell’Euro o meno e sulla svalutazione:
    * sulla svalutazione fatta per rimborsare i debiti, la spiego bene nel post. Tanto vale che i greci restituiscano i soldi del monopoli – almeno servirebbero a qualcosa… Oppure potrebbero stamparci sopra la Repubblica di Platone a puntate: varrebbero sicuramente più del valore nominale 😉
    * sullo stare nell’euro o fuori imho non cambia nulla: tanto il petrolio lo paghi in dollari e le volkswagen in euro. La svalutazione sarebbe un trucco per dimezzare gli stipendi dei dipendenti pubblici e i risparmi dei cittadini. I ricconi non verrebbero toccati perchè sposterebbero tutto altrove in tempi utili. Tanto vale dimezzarli davvero quegli stipendi.

  3. Antonino on 17 Jan 2012 at 12:02 am #

    Non e’ solamente una questione di “risanamento” cmq; alcuni di quei PIIGS stavano benissimo prima della crisi e ancora oggi stati come la Spagna hanno un rapporto deficit/PIL al 60%;

    insomma, non e’ solo una questione di conti pubblici o di cicale vs formiche;

    lo stesso si applica all’Irlanda che prima che scoppiasse la bolla immobiliare aveva i conti pubblici appostissimo… quindi le radici della crisi sono molto piu’ profonde di quello che un ragioniere potrebbe capire.

  4. Roberto Polli on 17 Jan 2012 at 12:03 am #

    La solvibilità del debito pubblico non è solo questione di deficit/pil. Il problema europeo alla fine è la crescita e l’integrazione economica e civile.

    I capitali si posizionano anche su questo: sulla nostra capacità di innovare e costruire il nostro futuro rispetto a BRIC e USA.

    Non è ragioneria, ma degli indicatori economici (non solo il patto di stabilità) servono. Ad ogni modo sono abbastanza convinto che senza un New Deal europeo (e quindi eurobond o una svalutazione che non passi per le banche) non ci sia via d’uscita.

    Cmq non perderti la prossima uscita sugli spread 😉

  5. J on 17 Jan 2012 at 12:43 am #

    Cio nn spiega xè stare in Europa, ma la nascita della moneta come merce di scambio dopo il baratto e abbozza il concetto di inflazione.. Vai a fondo nel ragionamento così nn ti seguo..

    Ps carina la battuta sulla Tanzania 🙂 ricorda peró che il 5% (forse più?) della popolazione, che ci piaccia o no, ha idee diverse che son da rispettare al pari di ogni minoranza.. Il fascismo ideologico è pericoloso a destra quanto a sinistra..

  6. roberto on 17 Jan 2012 at 12:44 am #

    Il resto a puntate. E’ chiaro per ora il discorso di come funziona l’inflazione?

  7. J on 17 Jan 2012 at 12:44 am #

    Beh nn è proprio tutto così, ma voglio capire come ci arrivi 🙂
    Perchè la strada è pericolosa e potrebbe tornarti indietro come un boomerang, infatti l’euro è stata una idea parecchio sostenuta dal tuo ex presidente Prodi..

  8. roberto on 17 Jan 2012 at 12:44 am #

    L’economia funziona per concetti semplici. Sono le conseguenze ad essere complicate.

    Su Prodi, vatti a vedere che diceva sui ritardi dell’unificazione economica nel 2004 e ti appenderai il poster in camera 😛

    “L’Europa si chiede se sarà in grado di tenere in mano le leve del cambiamento per continuare a guidare la globalizzazione oppure se si limiterà a subirla e a difendersi dai suoi pericoli.”

    Per 10 anni Merkel, Sarkò e Silvio hanno cincischiato, mentre Prodi ammoniva

    “Però, malgrado gli sforzi di tutti, questo processo si sta inceppando. Sempre più rare sono le decisioni operative; senza di ciò ci si limita agli appelli volontaristici.”

    Ora basta, non ti rovino ulteriori sorprese. Le prossime puntate sul blog. Stay Tuned!

  9. J on 17 Jan 2012 at 12:45 am #

    No guarda Prodi in camera non credo proprio, vabbe vediamo dove arrivi, per ora aspetto.. Ipotesi semplificate facilitano tesi arbitrarie.. 🙂

  10. roberto on 17 Jan 2012 at 12:45 am #

    L’economia parla di soldi. E la maggior parte li spende facendo decisioni “semplici”. Tutto qui.

    Su ipotesi e tesi: devi ragionare per approssimazioni successive… dai non cercare di estorcermi i prossimi post.

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