Polverizzati – I (analisi del voto)

Ecco un primo post sulla sconfitta alle Regionali.

Una sconfitta che brucia per le ripercussioni sul nostro territorio:

  • dalla definitiva consacrazione di Fazzone a politico di rango regionale (seppure i suoi voti siano diminuiti);
  • al rischio inceneritore, con cui la destra vuole chiudere la gestione dei rifiuti in provincia (mettendo tutto in mano a LatinAmbiente);
  • al possibile smantellamento delle varie iniziative della giunta Marrazzo (mezzi gratis ai giovani, redditi di cittadinanza, trasparenza nel commercio, tutela delle aree verdi,..)

Ma anche perchè era una sconfitta evitabile e legata ad un astensionismo che ci ha colpito fortemente. L’analisi letta oggi su pdroma.net mi trova concorde non da oggi: dove più sono forti i voti di preferenza (e debole il voto di lista) si è più soggetti all’astensionismo.

A Frosinone prendiamo il 19,90% (51.500 voti) e i voti di preferenza incidono per il 73%: sono oltre 38.000! A Latina le cose vanno un tantino meglio e l’incidenza dei voti di preferenza si attesta al 66% su 51.729 voti, che corrisponde al 20,40% e 34.500 voti di preferenza. A Roma dove prendiamo il 27,8% , l’incidenza dei voti di preferenza scende al 42% !!!
Mi pare chiaro che siamo davanti ad una degenerazione nel rapporto voti al partito – voti di preferenza, che sta cambiando la natura stessa del nostro partito nelle province, penalizzando il partito.

Con tanto di candidati che più prendono voti, meno ne prende il PD: esemplari i casi di alcuni comuni dove i vari notabili fanno il pieno mentre la Bonino cola a picco…

PS: una buona notizia poi: ripristinata grazie al nostro impegno la segnaletica orizzontale del parcheggio di via Priverno 😉 era ora!

April 11 2010 10:11 pm | Politica and Viabilità| 1,626 views

7 Responses to “Polverizzati – I (analisi del voto)”

  1. Graziano on 12 Apr 2010 at 8:36 am #

    Robbè, famme capì… se i candidati si smazzano e vanno in giro a prendere voti… più voti prendono e più il partito perde? Oppure c’è qualcosa d’altro che emerge, solo parzialmente, da uno studio dei dati elettorali, ma che per guardarlo nel suo complesso bisogna partire dall’osservazione del corpo politico ed elettorale?

    E a Roma, invece di fare mea culpa per aver lasciato le provincie da sole, tenendole alla fame – mentre loro, i romani, pensavano ad ammucchiare sempre più per rendere la Capitale indipendente dal resto -, adesso ci vengono pure a fare la lezione?

    Capisco che il personalismo nella politica ha avviato, ormai da tempo, un processo deleterio: basti considerare la moda dei voti disgiunti, che già esiste dalle comunali e che è proseguita anche con le regionali.

  2. pomodorina on 12 Apr 2010 at 8:48 am #

    Impressionanti questi dati: al sud della provincia la polverini ha preso una media del 70%!

  3. Roberto Polli on 12 Apr 2010 at 1:34 pm #

    @glanzid: l’analisi riguarda il passaggio da un partito con un voto di opinione a un partito con un voto di preferenza;

    A cui aggiungo che i contrasti personali tra gli esponenti del partito possono portare i singoli esponenti ad incrementare il numero dei voti – magari imbarcando pezzi qua e là – ma nel complesso danneggiando l’immagine del partito.

    Inoltre credo che l’analisi dei compagni di Roma non possa essere liquidata con l’autocommiserazione: i primi responsabili della nostra situazione siamo noi.

    La lista regionale era incentrata su una partita a due – la stessa partita da anni – che francamente ci ha annoiato: ed ha annoiato anche i nostri elettori.

  4. francesco g on 12 Apr 2010 at 2:14 pm #

    ma la provincia e la citta sono due realta troppo diverse per essere paragonate…
    eppoi fatemi dire che la bonino anzicche fare comizi a torino e vicenza, oppure fare lo sciopero della fame, avrebbe potuto dedicare piu tempo e energie alle province…

  5. Roberto Polli on 12 Apr 2010 at 2:55 pm #

    @francesco g: il denominatore comune di città e provincia è l’astensionismo – che per me è il punto cruciale.

    Sul discorso Bonino sfondi una porta aperta, ma c’è da dire due cose:
    * ad andare male sono andate le liste, non tanto il presidente;
    * c’è chi ha vissuto male la candidatura della Bonino – ed ha trasmesso all’elettorato ‘sta cosa

    A tutt’oggi credo che se avessimo fatto le primarie per il presidente il risultato sarebbe stato diverso. Nell’analisi del voto infatti aggiungerei il capitolo primarie…

  6. Andrea Giansanti on 12 Apr 2010 at 3:38 pm #

    Cinque anni fa mi trovai a commentare con un collaboratore d’origine emiliana di Riccardo Illy (all’epoca presidente del Friuli) l’esito delle Regionali. Gli spiegai che in provincia di Latina il rapporto preferenze/voti raggiungeva il 70 per cento nel centrodestra, con punte a Fondi, dove Fazzone da solo superava i due terzi dei voti. Due terzi degli elettori fondani (compresi anziani, diciottenni, laureati e gente con bassa scolarizzazione) avevano scritto “Fazzone” oltre a barrare il simbolo di Fi. Lui si stupì per un rapporto così elevato, che in Emilia e in Friuli non superava il 35-40%, e sul totale dei candidati.
    Un’anomalia, la nostra. Anomalia che si conferma, anzi viene incrementata. Ma se aumenta il rapporto preferenze/voti, e contemporaneamente aumenta l’astensionismo, cosa se ne deduce?
    Evidentemente che si è eroso quasi del tutto il voto d’opinione. Non si vota più perché si crede in un progetto di gestione della cosa pubblica, ma perché si cerca l’aiuto del politico di riferimento. E forse chi è rimasto a casa lo ha fatto non perché disgustato da questo sistema, ma perché non aveva nessuno a cui chiedere un favore da ripagare col voto.
    Questo vale tanto a destra quanto a sinistra. Nessuno si è sorpreso per un fatto che ritengo eclatante. Nella circoscrizione di Roma, dove mancava il Pdl, la lista Polverini ha fatto il pieno (com’era prevedibile) dei voti di chi avrebbe scelto il Pdl, ma ha fatto anche il pieno di preferenze. A parità di ordine, risultano più votati i candidati di una civica rispetto a quelli di un partito organizzato come il Pd, che esprime il presidente della Provincia. Cosa significa tutto ciò? Che, evidentemente dopo la bocciatura post decreto interpretativo, e quindi negli ultimi quindici giorni di campagna elettorale, i candidati del Pdl sono riusciti capillarmente a far convergere le proprie preferenze sugli “illustri sconosciuti” della lista Polverini. Basti pensare che i nomi più noti della lista, ma non “adottati” dai candidati esclusi del Pdl (ma futuri assessori), non sono stati eletti: l’ex europarlamentare e sindaco di Aulla Alessandro Battilocchio, la giornalista Rai Mariella Zezza (peraltro capolista), l’attrice Pamela Villoresi, l’imprenditore Ettore Viola figlio dell’ex presidente della Roma Dino.
    Di fronte a questa capillarità, cosa possiamo aggiungere?
    Facciamoci una domanda. Perché l’elettore medio di centrodestra della provincia di Roma, dopo l’esclusione della lista del Pdl, oltre a voler comprensibilmente manifestare un voto alla coalizione (e quindi alla lista Polverini) ha deciso di indicare anche una preferenza e nemmeno per il capolista?

  7. Emilio on 12 Apr 2010 at 9:50 pm #

    La discussione è interessante!
    Cmq non c’è dubbio che benchè la Bonino abbia retto… si è fatta vedere troppo poco in giro

    Gian Antonio Stella ha detto qualche giorno fa che la Bonino ha fatto 70 uscite pubbliche contro le 170 della Polverini…
    Zaia che nel Veneto aveva già vinto ne ha fatte 200…

    Sul voto di opinione… MANCA IL PARTITO
    Dove’ il VALORE AGGIUNTO AL VOTO SUL CENTROSINISTRA? FORSE LE PRIMARIE SAREBBERO STATE UTILI….

    Inoltre penso che se analizziamo l’ASTENSIONISMO ci perde nettamente il CSX

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