Io con la moneta mia, tu con la moneta tu
Eccoci alla terza puntata di economia pecoreccia – basata sulle monete d’oro:
- nella prima abbiamo parlato della svalutazione (il Re di Borgogna che si riduce il debito pagandolo con monete più piccole);
- nella seconda dello spread (come la svalutazione influenza il prestito di monete).
Oggi vediamo che succede a un paese che non stampa moneta.
Quel furbacchione del Re di Borgogna riduce ogni tanto il peso delle sue monete per fare fronte ai suoi debiti, mentre quello di Frittole riesce a tenerlo stabile gestendo oculatamente i suoi affari.
Il Conte del Reno non ha un conio. Manda l’oro a Frittole per farselo tornare stampato in monete. Usando la moneta di Frittole, lui ed i suoi sudditi riescono ad avere prestiti convenienti dai banchieri (se non capite perché, leggete la puntata #2). I dazi imposti al passaggio delle merci sul suo territorio riempiono i suoi forzieri.
Accade però che una nuova rotta fluviale aggira il suo territorio. Lui incassa sempre di meno ed ha sempre meno oro da mandare a Frittole per stampare moneta. Non potendo “truccare” le carte come il Borgogna è costretto a diminuire la paga di soldati e cortigiani, o a licenziarli. E a spendere di meno.
L’economia della contea si reggeva su questi dazi: con meno cortigiani e soldati più poveri anche i fornai e i macellai, e il commercio iniziarono a soffrire. Chi poteva vendeva merci all’estero e nonostante fosse sempre conveniente chiedere soldi in prestito, nessuno riusciva però a pagare i debiti contratti in precedenza – avendo meno soldi in tasca.
La situazione peggiorò fintanto che il Conte fece quasi bancarotta, ma suo figlio con un’abile mossa riuscì a trovare una soluzione… nella prossima puntata!
January 28 2012 07:52 pm | Politica| 1,202 views