Comunicazione

Volunia – oltre la superficie

Volunia è un motore di ricerca lanciato il 6 febbraio da uno dei più stimati informatici italiani, Massimo Marchiori.

La presentazione è andata male:

  • in italiano;
  • iniziata in ritardo;
  • piena di interventi istituzionali;
  • con un problema al proiettore;
  • e una regia pessima.

Buona parte dei commentatori (e dei tweet) imho si è fermata lì. Io vorrei andare un filo oltre.

= Second Life del web =

L’idea di base è che Volunia sia un Second Life del web – che forse sarebbe
meglio implementato DENTRO un browser che come sito framed esterno.

Volunia crea delle sitemap simili a cittadine di sim-city. Le pagine
principali vengono visualizzate come palazzi. Più persone visualizzano una
determinata pagina, più Volunia mostrerà alto il “palazzo” corrispondente.

Questa immagine mostra la sitemap – sopra ogni area del sito è indicato il
numero di utenti attivi.
L’idea alla base quindi non è quella di cercare una keyword su N siti, ma di
aiutare l’utente nella navigazione
.

Altra feature è la possibilità di chattare con altri utenti presenti su quella
pagina e di connettersi con loro (tipo friendship).

Ecco spiegata la similitudine con SL: invece di andare in giro in un mondo
virtuale col nostro avatar, qui si naviga per siti veri entrando in contatto
con persone che condividono i nostri interessi
.

= Mantellini, Pandemia co =

Sono condivisibili tutte le critiche – la grafica, l’epic fail della
presentazione, i risultati del search engine fatti notare da Pandemia (ma è
poi una colpa così grave se il sito di Luca Conti non appare per primo tra i
risultati della ricerca? :P).

Mantellini mette in discussione le basi della ricerca social sentenziando “Un
nuovo Pagerank illuminato non potrà essere composto mediante i consigli dei
nostri amici. Non abbiamo amici abbastanza intelligenti”.

Selezionando gli amici sulle pagine web che ci interessano – anzichè importare quelli reali – potremmo aggirare la perplessità di Mantellini, mentre per quelle di Conti toccherà aspettare un
bel po’ 😉

= Si, ma può volare? =

Volunia potrebbe ritagliarsi un ambito o essere acquisita (eg per la storia delle mappe). Dipende da come si risolveranno questi punti:

* mappe – sono utiil: diventa semplice orientarsi anche su un portale ricco di contenuti come imdb.com. Siti diversi vengono mappati in maniera coerente, evitando lo sforzo di cercare una cosa.

* chat – è  interessante la possibilità di connettersi con altri visitatori di un sito. Attualmente fb ha creato un magma unificante
dove commentare il web, ma richiede che i siti siano integrati col social
network. Altri knowledge aggregator tipo Quora o StackOverflow sono
piattaforme indipendenti 2.0. Credo che questo sia il campo più interessante
dove sviluppare Volunia.

* privacy – è fondamentale capire quante “briciole digitali” gli utenti
saranno disposti a lasciare pur di usare Volunia
. Facebook ha scommesso sul
“tante” e fin’ora ha vinto. Gmail pure. Questo dipenderà dal valore aggiunto
che Volunia riuscirà a generare per gli utenti
(punti 1 e 2).

* costi – a prima vista mi pare che il “gioco” Volunia a livello elaborativo
sia decisamente più pesante di un engine tradizionale. Quanto peserà questa cosa?

* usabilità – grafica bocciata: navigare dentro una finestra non mi pare il massimo. Volunia
starebbe bene come add-on…o come qualcosa di “trasparente” da tirar giù
all’occorrenza (eg. mostra mappa/chat).

February 14 2012 | Comunicazione and Sviluppo | Commenta per primo! »

Zucconi vs Linux – Cotoletta Journalism III

Ok, è partita ufficialmente la guerra “Roberto Polli” vs “esperti di informatica sul web”.

Vittorio Zucconi, sul suo blog scrive:

Per il sistema operativo Android basato su Linux e dunque aperto alle infiltrazioni di “malware”, di software malvagio scritto per danneggiarne il funzionamento, Google ha lanciato ieri il “Bouncer” […] un programma sentinella che deve sorvegliare le nuove app

Ovviamente la causalità tra Linux e malware è una castroneria spaziale. Alle critiche Zucconi risponde dichiarando di non capirne molto di sistemi operativi, di aver letto un articolo di Reuter (che però parla di Blackberry)  e che alla fine il suo articolo non voleva entrare nel merito dei sistemi operativi ma parlare d’altro.

Ma il lavoro del giornalista è informare. E basarsi sui fatti. Disinformare con la scusa del “fàmo a capìsse” è #fail. E ancora peggio è non capire d’aver toppato clamorosamente.

February 08 2012 | Comunicazione | Commenta per primo! »

Virus virtuali, malati reali – Cotoletta Journalism II

Il Corriere ci ricasca, ma senza stile. Ha pubblicato con tanto di commento un articolo su un “Uomo infettato da un virus informatico”.

Un docente con un chip sottopelle sosteneva di aver “infettato” tale chip, e che l’infezione si trasmetteva “per contatto” ad altri chip similari.

L’articolo s’è rivelato una bufala come spiega AntiBufala. Stavolta però il corriere era in buona compagnia: ci sono cascati anche repubblica e la BBC.

La differenza però è che BBC ha “dichiarato” la bufala ed ha anche rivendicato la scelta di pubblicare l’articolo che. Seppure un fake – dichiara l’autore – il contesto era e realistico e futuribile.

Personalmente l’articolo conteneva tante evidenti imprecisioni e dei toni sensazionalistici (il prof in questione veniva paragonato a un cyborg per il solo fatto di avere una RFID simile a quella per i cani).

Credo però che articoli simili per quanto di nullo interesse scientifico possano essere utili a sensibilizzare la gente su quanto ci affidiamo alle nuove tecnologie e l’importanza della loro sicurezza.

May 29 2010 | Comunicazione and Sviluppo | Commenta per primo! »

Sesso, Keffiyeh e Ciambelle – (God bless America)

Su corriere.it scopro che una marca di ciambelle USA (Donkin Donut) ha ritirato uno spot con una modella in keffiyeh. La polemica è partita da una blogger teocon.

Non mi stupisco di nulla ormai, solo mi incuriosisce la parola keffiyeh. Gli anglofoni scrivono così “kefiah” (in arabo kūfīyä): ma la parola mi da’ lo spunto per scoprire la fonte della notizia, che pare presa da qui.

Ora dico, il buon Ennio Carretto – che firma l’articolo – poteva pure tradurla 😉

Tutta la storia non valeva il post, ovviamente, senza il re-play odierno.

Lo schema è lo stesso: multinazionale del breakfa(s)t contro teocon. Dopo la “vittoria” contro Donkin Donuts parte il boicottaggio contro Starbucks, rea di essere passata ad un logo pornografico (sic).

Stavolta corriere.it scrocca  da bbc.co.uk.

June 01 2008 | Comunicazione | Commenta per primo! »