Sviluppo

Se la camorra ha paura della tracciabilità…

A Latina c’è la camorra. L’ho imparato leggendo – durante un’attività con gli scout – un documento pubblico del Ministero dell’Interno. Di questi giorni è la notizia che una miriade di attività Laziali e Lombarde è controllata dalle mafie.

Ecco uno dei tanti metodi per la creazione di fondi neri e riciclo usati sia a Latina:
– una piccola catena di negozi (5-10) assume una commessa sulla carta a 1200€, pagandone solo 700€ in contanti
– ogni negozio ha 3-4 dipendenti
– ogni mese il negozio fa’ circa 2000€ di nero, ossia 26000€/anno (se paga la tredicesima)
– senza contare i benefici fiscali dovuti alle maggiori uscite dichiarate
– per tutta la catena variamo tra i 100.000€ e i 260.000€ annui

Moltiplicato per il numero dei negozi e delle piccole catene i numeri
crescono rapidamente…

La realtà descritta è molto frequente a LT, ma immagino non cambi molto neanche a Roma.

In caso di controlli dell’INPS, gli ispettori si limitano a chiedere alle commesse se lo stipendio corrisponde a quello dichiarato: la paura di perdere il lavoro rende la domanda retorica.

La soluzione è semplice: obbligare le società e gli esercizi
commerciali a pagare gli stipendi via bonifico o assegno.

July 25 2010 | Lavoro and Politica and Sviluppo | Commenta per primo! »

OAuth spiegato al mio commercialista

In questio giorni m’è capitato sott’occhio OAuth, un sistema di autorizzazione cross-site. Con OAuth posso autorizzare un sito terzo o un’applicazione ad accedere ai miei dati di facebook o yahoo senza dargli le mie credenziali.

Ecco una user-story tipica:

  1. voglio aggiungere a twitter tutti i contatti che ho su gmail;
  2. twitter deve quindi accedere ai miei dati su gmail;
  3. non voglio però dare a mr.  twitter la mia password

Il meccanismo a ticket implementato da OAuth è abbastanza complesso, ma proviamo a spiegarlo con un paragone concreto: il rapporto tra un cliente, un commercialista ed il fisco.

La story è buffa: il cliente chiede al commercialista di fare delle operazioni col fisco per suo conto, ma non vuole fornire al commercialista la sua smart-card.

Mappiamo così gli attori della nostra story

  • user: cittadino
  • consumer: commercialista
  • provider: fisco

Ed ecco il flusso

  1. il commercialista va’ dal fisco e ottiene un’autorizzazione ad esercitare (corrispondente alla registrazione dell’applicazione sul sito del provider: secret,key);
  2. il cliente va’ dal commercialista e richiede una prestazione;
  3. il commercialista invia al fisco la sua autorizzazione e il suo indirizzo: “Sono il commercialista x, posso operare?”;
  4. il fisco valida l’autorizzazione e l’indirizzo. quindi contatta il cittadino (il commercialista x vuole operare sui tuoi dati, è ok?);
  5. il cittadino si autentica presso il fisco e autorizza (ok, può operare);
  6. il fisco quindi indirizza il cittadino dal commercialista con un’apposita autorizzazione;
  7. il cittadino consegna l’autorizzazione al commercialista;
  8. ogni volta che vuole operare, il commercialista mostra l’autorizzazione al fisco: in base al codice contenuto nell’autorizzazione, il fisco individua i dati del cittadino;
  9. il cittadino quando lo desidera, revocherà l’autorizzazione contattando direttamente il fisco;
  10. se il cittadino volesse operare nuovamente tramite il commercialista, ritorna al punto 2 e innescherà il flusso per una nuova autorizzazione.

Il flusso informatico invece, lo trovate qui:

July 08 2010 | Sviluppo | 3 Commenti »

Se la manovrina non è progressiva – Partito Del.. Bilancio I

Ieri Forum PD sul Bilancio, dove Mario Leone ha spiegato i punti salienti della manovra bis. La discussione era molto tecnica ed interessante.

Riassumo le mie impressioni di fondo:

  • manovra ragionieristica che punta a “raschiare il barile” senza effetti strutturali

con un condono mascherato e il coinvolgimento degli enti locali nella lotta all’evasione si cerca di recuperare qualche euro; ma gli incassi reali potrebbero discostarsi molto da quelli previsti – come per lo scudo fiscale. Come la Grecia: bilanci gonfiati che possono scoppiare nei prossimi anni;

  • reintroduzione della tracciabilità (e qui spenderò due parole)

Tremonti reintroduce alcune misure antievasione di Visco e Prodi, come la tracciabilità nei pagamenti sopra i 5k€; non essendoci però il vincolo del pagamento elettronico ma la possibilità di usare assegni, la misura non ha suscitato polemiche. Il problema resta come sopra la possibilità che gli incassi siano sempre minori di quanto effettivamente prospettato.

Inoltre in questi tre anni,  Tremonti ha rinunciato ad incassare milioni di euro tramite agevolazioni come questa (i nomi sono di fantasia):

  1. La Scoppola SpA vende una casa da 100m€ alla Ricuci srl per 150m€: dovrebbe pagare il 27% di tasse sul guadagno di 50m€.
  2. Tremonti dice: se mi dai anche solo il 7% siamo a posto così, rinunciando nel caso a 10m€.
  3. Con solo il 7% di tasse, Ricuci e Scoppola si accordano per supervalutare l’immobile 200m€ e pagando un po’ più di tasse.
  4. Poi Ricuci va’ in banca, e prende un prestito di 200m€ ipotecando l’immobile (che ne vale però 150).
  5. Se Ricuci fallisce o scappa a Santo Domingo,  la Banca e gli operai della ditta restano senza soldi.
  • tagli alla spesa a scapito del pubblico impiego e degli enti locali

qui c’è un equivoco di fondo:  non è penalizzando gli impiegati delle PA che velocizzo la fila al catasto o riduco i tempi di attesa per una visita specialistica. Per aumentare l’efficienza delle PA è necessario innanzitutto legare il salario dei “manager” al rendimento e alla soddisfazione degli utenti. Inoltre il TFR a rate è un furto: sono soldi dei lavoratori, che i lavoratori hanno versato anno dopo anno e devono essere RESTITUITI al momento della pensione! Se vado in banca e chiedo i miei soldi, non possono mica darmeli a rate!

I tagli agli enti locali poi, li costringeranno ad aumentare le addizionali: quindi pressione fiscale invariata. Ma le addizionali non sono progressive…

June 01 2010 | Politica and Sviluppo | Commenta per primo! »

Virus virtuali, malati reali – Cotoletta Journalism II

Il Corriere ci ricasca, ma senza stile. Ha pubblicato con tanto di commento un articolo su un “Uomo infettato da un virus informatico”.

Un docente con un chip sottopelle sosteneva di aver “infettato” tale chip, e che l’infezione si trasmetteva “per contatto” ad altri chip similari.

L’articolo s’è rivelato una bufala come spiega AntiBufala. Stavolta però il corriere era in buona compagnia: ci sono cascati anche repubblica e la BBC.

La differenza però è che BBC ha “dichiarato” la bufala ed ha anche rivendicato la scelta di pubblicare l’articolo che. Seppure un fake – dichiara l’autore – il contesto era e realistico e futuribile.

Personalmente l’articolo conteneva tante evidenti imprecisioni e dei toni sensazionalistici (il prof in questione veniva paragonato a un cyborg per il solo fatto di avere una RFID simile a quella per i cani).

Credo però che articoli simili per quanto di nullo interesse scientifico possano essere utili a sensibilizzare la gente su quanto ci affidiamo alle nuove tecnologie e l’importanza della loro sicurezza.

May 29 2010 | Comunicazione and Sviluppo | Commenta per primo! »

Uno scoop mancato… – cotoletta journalism

La notizia “calda” della giornata per il WSJ è l’applicazione del modello di sviluppo opensource alla farmaceutica: Glaxo rilascia infatti in pubblico dominio una serie di composti contro la malaria.

La cosa rimbalza su molti blog e in giro è pieno di dibattiti sull’argomento. In uno di questi scopro che la notizia era stata coperta dal CorSera già a gennaio.

Perché non ha avuto lo stesso risalto? Per capirlo basta confrontare  i due articoli!

PS Non volendo parlare di giornalismo all’amatriciana (il corsera è lumbard) m’è parso più giusto citare la cotoletta milanese;)

May 27 2010 | Sviluppo | Commenta per primo! »

La Confindustria mi copia ;)

Leggevo la relazione di Confindustria Latina pubblicata qui, e mi sono accorto che ricalca alcune riflessioni che feci anni fa’.

L’unica speranza che traspare dalla relazione è quella in una filiera di governo Cusani-Polverini-Berlusconi (che invece a me è proprio la cosa che spaventa di più ;).

A parte lo spunto interessante sugli investimenti esteri, i punti sollevati sono stati quelli classici : tasse, burocrazia, infrastrutture, energia e ritardi dei pagamenti;  buoni a Latina come a Vigevano e a Canicattì.

Mi sarei aspettato che la relazione parlasse anche di

  • accesso al credito / ritardi dei pagamenti in generale (nel sistema PMI i grandi committenti operano similmente alle PA),
  • della concorrenza sleale delle aziende infiltrate dalla camorra,
  • di uno sviluppo basato sul mattone che toglie fondi agli ‘investimenti,
  • di un sommerso che strozza le aziende che lavorano in regola,
  • della creazione di NUOVA imprenditoria al posto di quella morente.

L’impressione – magari sbagliata – è quella di un documento rivolto alla conservazione più che allo sviluppo, che punta legittimamente a tutelare l’esistente ma non si pone il problema di adattare il sistema produttivo del territorio ai cambiamenti in atto (da decenni).

May 07 2010 | Sviluppo | Commenta per primo! »

Europa delle Nazioni o Europa dei cittadini?

Sento sempre più spesso dire che in Europa bisogna mandarci dei lobbisti per fare gli interessi delle aziende italiane. E’ questo che mi ha convinto ad intervenire all’iniziativa su Sviluppo etico in Europa e nella nostra provincia.

Oggi le sfide che l’Europa ha davanti sono quelle dello Sviluppo sostenibile, dell’Integrazione Politica – necessaria ad esercitare un ruolo nel mondo multipolare e globalizzato, e del Multiculturalismo.

Le lobby economiche di stanza tra Strasburgo e Bruxelles invece si battono per l'”aranciata senza arance”, per l’estensione dei monopoli intellettuali come il copyright – passato da 50 a 70 anni – e i brevetti software, per una regolamentazione a senso unico di Internet.

Non sono interessate all’agricoltura di qualità, a tecnologie innovative, a garantire a tutti pari opportunità di sviluppo. L’Europa delle lobby e delle Nazioni è una grande borsa dove governi spesso compiacenti e multinazionali contrattano risorse naturali e fondi comuni – dove mancano cittadini, studenti, lavoratori.

Un’Europa senza anima in un mondo multi-laterale e globalizzato. Un fallimento continentale senza prospettive né economiche né etiche, alla mercé di multinazionali che magari un giorno decideranno di trasferirsi altrove.

In particolare le iniziative a favore dei brevetti software e quelle contro la “net neutrality” – ossia la regolamentazione di internet, favorirebbero le grandi aziende IT tutelandole dalla concorrenza di nuove start-up.

L’UE ha bisogno di partiti di massa, dei cittadini, degli studenti, dei lavoratori. Che portino a Strasburgo in maniera trasparente gli interessi dello sviluppo sostenibile ed etico, della lotta alla criminalità. Che bilancino le pressioni dei potentati economici evitando l’approvazione di leggi che facciano gli interessi di pochi a scapito di molti.

Per discutere anche di questo vi aspetto domenica 17 Maggio alle 17.00, presso la sala Il Gabbiano in via XVIII Dicembre.

May 16 2009 | Sviluppo | Commenta per primo! »

Il regalo perfetto? Quello Retroattivo!

Mentre il paese non fa’ altro che parlare di SKY c’è ben altro danno
nascosto nella Finanziaria: il taglio RETROATTIVO delle detrazioni sul
risparmio energetico. RETROATTIVO vuol dire che la norma si applica
anche a chi ha fatto i lavori nel 2008, anno per il quale le
detrazioni erano PROROGATE.

Vi illustro il mio simpatico caso (sono fortunato, ho speso “solo”
5000€ ma c’è chi ha speso anche 30/40.000€ )
Prima: chi ristrutturava casa con pannelli solari o finestre a
risparmio energetico risparmiava in tasse il 55% della spesa.
Quindi: spendo 5000€ di finestre, mi faccio fare la fattura, e lo
stato mi sconta 2750€ dalle mie tasse in 3 anni, circa 900€ l’anno.

Ora: è necessario presentare una ulteriore domanda. Se non ti
rispondono entro un mese, non hai diritto al 55% ma al 38% in 10 anni.
Quindi: spendo 5000€, sconto 1900€ in 10anni, quindi 190€ all’anno.

Totale per il 2009: 700€ in meno.

Quelli colpiti come me dalla mannaia del governo possono scrivere su
http://governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp
e commentare sul sole24ore, mai sia che lo leggano.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/12/risparmio-energetico-detrazione-rischio.shtml?uuid=#U2304420287627oB

Altro che i 4€ al mese di SKY per la quale francamente l’iva al 20% ci
sta tutta…

Pace a voi, e un’anatema cosmico al fautore dello stop.

December 02 2008 | Ambiente and Sviluppo | 2 Commenti »

Robin Hood Tax: e la stampa italiana è ancora indietro

Torno da un fine settimana tra Firenze e Sutri, e vedo che nel viterbese benza e diesel si trovano a circa 1,470€/l.

Un flash nel TG2 di stasera: “la robin hood tax di Tremonti fa proseliti oltreoceano…Barack Obama…”, ma nel 2007 la CNN scriveva
Obama’s tax plan: Robin Hood Approach

Non si cambia il mercato globalizzato con il consociativismo o con tasse che possono facilmente ricadere sui consumatori.

Senza liberalizzare il mercato (e quello viterbese è un mercato pieno di benzinai privati, scollegati dai vari ENI ed ESSO) i costi restano alti.
Le accise resteranno, come stanno in tutta Europa. Si può migliorare aprendo il mercato dei carburanti alla grande distribuzione, come in Francia…

June 10 2008 | Sviluppo | Commenta per primo! »

Vino al Vino

Tra gli argomenti del sabato sera c’è stato lo scandalo del vino partito dall’articolo Benvenuti a Velenitaly | L’espresso.

Sui siti specializzati la notizia è di metà marzo, con molti post riassuntivi e riferimenti precedenti e anche al metanolo, interessati più sull’affaire Brunello (allungato con vino Pugliese o Montepulciano d’Abruzzo) che sul low-cost al muriatico.

Su tutto poi la nuova norma europea che permette di utilizzare lo zucchero per alzare il tasso alcolico di vini “scarsetti”, e le notizie riportate in maniera sediziosa (LeMonde scrive che il Brunello era allungato con uve francesi ;D )

I temi di fondo sono due: qualità e sicurezza alimentare. Siamo i paladini europei della prima, ma sembriamo gli ultimi della classe nella seconda – che viene presa come unità di misura alimentare dalle economie degli altri paesi dell’Unione.

L’età media del nostro Paese dimostra ampiamente la salubrità e la validità del nostro stile di vita, ma non basta ad esportarlo. Né a difendere le nostre produzioni da chi vorrebbe produrre tutto ovunque.

La domanda quindi: ci crediamo alla qualità (che è diversa dalla asettica sanità), o no?

April 06 2008 | Ambiente and Sviluppo | Commenta per primo! »

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