Chi sono

Classe 1977, laureato in Matematica, faccio il programmatore e vivo a Latina in zona R6. Mi impegno nella diffusione delle nuove tecnologie: l'informatica può far partecipare più cittadini alle scelte dell'amministrazione, ed aiutare le persone a controllare l'operato delle istituzioni, interagendo con esse. In questo blog discutiamo di come portare partecipazione e trasparenza grazie all'innovazione, nella nostra città e nel nostro Paese. Benvenuti!

Consiglio dei trombati? Meglio web e assemblee aperte.

Ciao @all. Un po’ alla volta devo riprendere a scrivere, ma non è facile. Ad ogni modo posto anche qui alcune riflessioni condivise con i compagni PD di PrimaVeraLatina relativamente al “Consiglio dei Trombati”. Alla luce di alcune considerazioni di altri compagni come Fabrizio Porcari e Omar Sarubbo vorrei approfondire l’argomento: a differenza di Fabrizio infatti penso che la modifica allo Statuto comunale sia il passaggio conclusivo di una sperimentazione. L’argomento resta innovativo e interessante.

Il Sindaco Di Giorgi vorrebbe coinvolgere gli ex presidenti di circoscrizione
in un’organismo consultivo. Per
sopperire all’eliminazione di un “importante anello di congiunzione
tra il territorio e il palazzo comunale”.

Tremonti ha sbagliato ad abolire le circoscrizioni: potevano essere mantenute eliminando i gettoni di
presenza e l’indennità dei presidenti. L’assenza dei distretti peserà
soprattutto in una città come Latina dove le circoscrizioni hanno tra
i 20.000 e i 30.000 abitanti.”

Ecco però i dubbi del movimento PrimaVera Latina, espressi da Roberto Polli,
che per anni è stato capogruppo del PD nella Latina Est: “Di Giorgi vuole
rimediare a questo guaio andando a ripescare gli ex presidenti di
Circoscrizione la cui “legittimazione” è quanto meno discutibile, essendo
cambiati gli equilibri tra le forze politiche, specie in città, ed essendo
molti di questi ex Presidenti stati “trombati” alle comunali: Filomena
Sisca, Mauro Bruno, Antonino Lizzio, Paolo Frison.

L’impressione è che al di la’ del ripristinare una rappresentanza
diffusa, l’obiettivo sia semplicemente quello di riciclare una serie
di personaggi che, durante il loro incarico, non sono riusciti a
realizzare un vero decentramento. Anzi hanno votato dei bilanci che
tagliavano sulle circoscrizioni senza dire una parola sui tantissimi
sprechi della giunta Zaccheo (MetroLeggera, Intermodale, CasaPound,
Pegasol, ..)”

Latina – con i suoi 120.000 abitanti – ha bisogno di avvicinare
cittadini e palazzo. Non è pensabile che i soli 32 consiglieri
circoscrizionali riescano a farsi carico di tutto il territorio
comunale.

PrimaVera Latina che lavora sulla partecipazione attiva dei cittadini
all’amministrazione e sulla trasparenza ribadisce che “le soluzioni possono
essere diverse, la più semplice e rapida è quella di affiancare a momenti
consultivi aperti nei quartieri, istituzionalizzati e resi in qualche modo
costanti, una possibilità di consultazione e partecipazione dei cittadini
attraverso web e social network. In questo senso l’esperienza di diversi
sindaci di centro-sinistra, come Michele Emiliano, insegna”

Ma prima ancora è fondamentale l’approvazione della delibera di
SuperTrasparenza proposta da PrimaVeraLatina e dal Partito
Democratico: in modo che tutti i cittadini possano essere informati
delle attività in discussione.

July 28 2011 | Politica | 1 Comment » | 1,083 views

Il cuore a Oslo

Il primo post dopo il silenzio delle ultime settimane è per i giovani compagni norvegesi.

Il brutale sterminio che ha colpito i giovani laburisti ha quasi spazzato via una generazione di classe dirigente.

Giovani la cui unica colpa era amare il mondo e il proprio paese. Credere nella giustizia sociale, nella pace e nell’uguaglianza.

Peggio dell’assassino neonazista e xenofobo però ci sono i commentatori de IlGiornale, che non perdono l’occasione per difenderlo.

http://www.ilgiornale.it/esteri/bomba_e_sparatoria_91_morti__norvegia_come_guerra/23-07-2011/articolo-id=536474-page=0-comments=4&order=1#1

July 24 2011 | Politica | No Comments » | 719 views

La super trasparenza approda in consiglio

Stamattina Prima riunione del consiglio comunale. Mentre la maggioranza non è riuscita ad accordarsi neanche sulla presidenza del consiglio comunale, confermando infine l’uscente Calandrini, Primaveralatina.it ha fatto un piccolo blitz confermando a tutti i consiglieri comunali una copia della delibera di super trasparenza.

Su youtube il video con me e Pannone – ma c’erano anche Ciarlo e altri del gruppo – mentre consegnamo al sindaco la proposta.

NelFrattempo è arrivato l’ennesimo comunicato di Progetto per Latina che continua a confondere la nostra proposta con l’ anagrafe degli eletti.

Chi fosse interessato alla inutile diatriba può trovare in qualche post fa’ la soluzione.

Chi invece vuole un comune trasparente chiede come noi anche a Cirilli di sostenere la proposta e di andare oltre l’anagrafe degli eletti e il codice etico, e di mettere a disposizione dei cittadini lo storico dei voti dei consiglieri, le presenze, le tavole del PRG e dei lavori pubblici, gli allegati delle delibere e tutto quei documenti che ancora non regolano spazio nell’albo pretorio online.

Pace a tutti,R

June 21 2011 | Politica | No Comments » | 728 views

Cirilli come Luttazzi: ci accusa di copiare, ma il furbo è lui.

Vi ricordate di Luttazzi? E’ sparito dopo aver accusato Bonolis di aver copiato delle sue battute – in realtà prese in prestito da un comico americano.

E’ la prima cosa che ho pensato quando ho visto l’articolo del Tempo di ieri, dove Cirilli accusava di plagio la nostra proposta di SuperTrasparenza.

Fa specie però che non si sia accorto che già da un paio d’anni il PD propone l’istituzione di detta anagrafe in molti comuni della provincia, e in particolare a Terracina.

Per dovere di cronaca va’ ricordato che l’anagrafe degli eletti è una battaglia storica dei Radicali Italiani: se il buon Fabrizio quindi è interessato al “copyright”, anzichè accusare di plagio a destra e a manca, farebbe bene a dare i giusti crediti.

Mi chiedo poi cosa ne pensa della proposta fatta fa Prima Vera Latina lo sponsor principale di Cirilli: Claudio Fazzone. Nel caso condividesse infatti mi aspetterei a breve l’approvazione della nostra proposta  in tutti i comuni posti sotto l’ala protettrice del senatore – Latina inclusa.

Se così non fosse sorgerebbe il sospetto che certe proposte vanno bene sotto elezioni e un po’ meno quando si è vinto, tanto da scaldarsi un tantino quando qualcuno le mette veramente sul piatto.

Come durante le scorse elezioni, quando una carica di Cirilli boys invase le circoscrizioni mascherandosi da opposizione. Per poi votare – come alla circoscrizione Latina Est – compattamente con la maggioranza di Zaccheo.

Ad ogni modo mi auguro che Cirilli in consiglio sostenga questa proposta. Un passo importante verso una Prima Vera Latina.

June 01 2011 | Politica | No Comments » | 960 views

Sulle comunali 2011

A una campagna difficile ed entusiasmante è seguita una vittoria al fotofinish per il PDL. Nonostante le drammatiche condizioni del nostro comune e la gestione commissariale, i cittadini – seppur premiando Moscardelli rispetto alle liste – consegnano la città a Di Giorgi e ad un consiglio comunale sostanzialmente immutato, con Tiero, Malvaso, Maietta, Di Matteo, Fanti, Nasso e compagnia cantante.

Il PD va’ a gonfie vele nella nostra circoscrizione, arrivando ad essere il primo partito in alcuni seggi, ma sostanzialmente si attesta sui valori storici di DS e Margherita. Nella Est i veri sconfitti sono i consiglieri circoscrizionali uscenti del centrodestra – che candidandosi al consiglio comunale hanno raccolto un consenso veramente esiguo – raccogliendo quello che hanno seminato.

Il nostro candidato – Emilio Ciarlo – incassa 389 voti. Facciamo un buon risultato a Latina città, ma paghiamo pegno nei borghi mancando l’elezione di circa 70 voti. Porteremo comunque avanti il nostro programma coinvolgendo il gruppo consiliare del PD ed i cittadini!

Per vincere non è bastata l’opposizione alla disastrosa gestione del PDL e UDC. Il centrosinistra deve rafforzarsi, e per questo è necessario:

  1. chiudere in futuro ogni possibile ipotesi di apparentamento con chi è stato responsabile del disastro locale. I tentativi di dialogo con Cirilli e UDC hanno solamente confuso i cittadini ed hanno aperto spazi a sinistra. Il bipolarsimo si basa sul presupposto di cambiamento e di responsabilità.
  2. rivitalizzare i circoli. Tranne in un paio di casi i congressi di circolo non hanno sortito gli effetti sperati. Un lavoro territoriale meglio organizzato poteva riuscire a recuperare i soli 900 voti mancanti per raggiungere il ballottaggio!
  3. i rappresentanti di lista spesso si sono presentati esclusivamente al momento del voto, mentre è necessario un controllo capillare dall’inizio delle votazioni alla fine dello spoglio. Cosa che viene regolarmente fatta dalla maggioranza – seppure con altri scopi.

C’è inoltre bisogno di un lavoro organico a livello comunale e provinciale per dare un segno forte della presenza di un partito, e non di un’insieme di eletti. La situazione provinciale infatti risulta essere molto migliorabile – visto che il nostro gruppo continua a perdere pezzi.

La scorsa consiliatura ha visto l’abbandono del capogruppo Guidi in provincia e di alcuni consiglieri comunali e circoscrizionali eletti con le nostre liste (Anzalone e Messina verso il centrodestra, Aielli verso l’API). E l’esodo continua ancora oggi con l’uscita di Bevilacqua e Alla verso l’UDC.

Questo deve far riflettere tutto il partito sui criteri di scelta dei candidati alle elezioni e agli incarichi all’interno del partito.

Sono gli elettori che ce lo chiedono, soprattutto tanti delusi del centrodestra che – in attesa di un nostro ancor più forte segnale di cambiamento – continuano a votare per inerzia chi amministra male i loro soldi e la nostra provincia.

May 28 2011 | Politica | No Comments » | 672 views

Una nuova ciclabilità

Il sistema di piste ciclabili ideato da Zaccheo – che vedete nell’immagine – evidenzia un limite culturale: la bicicletta non è un mezzo di trasporto.

Le piste ciclabili proposte battono strade scarsamente trafficate e giardini. Sono sostanzialmente inutili perchè già facilmente ciclabili.
Non si punta a ridurre il traffico su gomma ma a dare un pizzico di qualità urbana ai ciclisti della domenica.

Mancano percorsi che uniscano direttamente centro e periferia – il centro e le direttrici più trafficate come corso Matteotti e viale Marconi sono ignorate – mentre servono scelte coraggiose.

L’uso delle due ruote per raggiungere il centro dai popolosi quartieri semi-periferici come pzza Moro, Obi, R6, via Ezio e Pontesilly potrebbe veramente migliorare la viabilità e la qualità dell’aria della città.

Ed inoltre si nota come il piano del traffico sia datato: scorrendo col mouse sulla pista ciclabile celeste, ci si accorge che essa termina alla vecchia Università Pontina, che ora non c’è più.


Visualizza Una scelta miope in una mappa di dimensioni maggiori

May 01 2011 | Ambiente and Idee and Politica and Viabilità | 2 Comments » | 1,122 views

Minoranze e Risorgimento

Su sollecitazione del buon J – reduce dalla lettura de “La Pasqua della Patria” – eccomi a scrivere ancora di Risorgimento e Liberazione.

J contesta la mia affermazione – o meglio chiede delucidazioni –  “una parte sempre maggiore della popolazione della penisola capì che non poteva esserci libertà senza unificazione, benché unificazione non significasse libertà”.

L’Europa ottocentesca restaurata dal Congresso di Vienna viene sconvolta da una serie di moti borghesi di ispirazione “nazionale”.  Allora il continente era diviso a metà:

  • da un lato stati nazionali unificati sotto una corona (Spagna, Portogallo, Francia, UK);

  • dall’altro stati multi-nazionali e piccoli principati (Impero Asburgico, Prussia, Russia, Stati italiani e tedeschi)

Negli stati multi-nazionali si acuivano le tensioni inter-etniche. Solo a Vienna facevano capo italiani, sloveni, croati, cechi, slovacchi, ungheresi, polacchi, ucraini e – secondo i censimenti asburgici che differenziavano le etnie in base alla lingua – anche gli ebrei che parlavano yiddish. Queste etnie non avevano scuole proprie. Si studiava prevalentemente in tedesco, con l’insegnamento di lingue e tradizioni popolari demandato agli istituti religiosi.

A fasi alterne ci furono aperture (e chiusure) verso organizzazioni culturali, teatri e circoli nazionali – periodicamente tacciate di “intelligenza col nemico”.

Le frequenti guerre causavano politiche di assimilazione operate dalle etnie dominanti: questo aumentava la voglia di autodeterminazione, del bisogno di riconoscersi nelle proprie tradizioni, riti, miti e lingue – e di poterli tramandare alle generazioni successive. Le élitè culturali di queste minoranze si adoperarono per promuovere la loro cultura tramite scritti e musica, dipinti e saggi. Pensiamo al Nabucco di Verdi o all’Epopea Slava di Mucha.

Perchè tutto ciò accade proprio l’800? La rivoluzione industriale, i primi quotidiani e la cultura sempre più diffusa aumentavano l’importanza della lingua. E col tempo italiani, polacchi e croati non volevano studiare solo in tedesco.

Inoltre il germe della Rivoluzione Francese s’era oramai diffuso grazie a Napoleone in tutto il continente, rendendo coscienti le masse della propria forza.

Riepilogando quindi: gli stati multinazionali scricchiolano sotto il peso delle varie etnie – di cui non riescono a farsi garanti. Iniziano quindi processi centrifughi che porteranno Austria, Russia e Impero Ottomano a sgretolarsi e lasciare spazio a nuovi stati nazionali (Italia, Serbia/Yugoslavia, Romania, Ungheria, Cecoslovacchia, ..) dove ogni etnia può liberamente riconoscere i suoi costumi e tradizioni in una forma statuale, promulgando delle proprie leggi.

Il movimento risorgimentale, che ha portato prima alla trasformazione dell’Impero Asburgico in Austria-Ungheria e poi al suo definitivo crollo dopo nel 1918, non è altro che la manifestazione del bisogno delle persone di riconoscersi nelle proprie tradizioni, riti, miti e lingue – e di poterli studiare e tramandare alle generazioni successive.

E questo accade anche in Italia. Da prima dell’unificazione iniziarono le prime società culturali e scientifiche nella Penisola. E iniziava la voglia della borghesia di governi più democratici degli stati fantoccio legati a “Franza o Spagna”. Qui entra in scena il Piemonte, nel 1848, quando Carlo Alberto promulga lo Statuto.

In quel momento Torino si candida alla leadership fornendo non – solo – un esercito all’unificazione, ma un motivo per unificarsi. I Savoia hanno colto la palla al balzo – sfruttando il movimento risorgimentale – per annettersi lo stivale: ma se guardiamo la Luna e non il dito, ci accorgiamo che le libertà dello Statuto erano proprio quelle per cui molti decisero che valeva la pena morire.

Da una parte lo Statuto e il Piemonte – che in prospettiva permettevano la libera espressione della propria cultura, la possibilità di emanare leggi proprie,  la fine delle discriminazioni e dello Spielberg – dall’altra il tedesco forzoso, il trattamento coloniale, la repressione.

Se dimentichiamo il contesto ed il percorso che ha portato all’unificazione, e guardiamo all’Europa di oggi, potremmo anche pensare di fare a meno del 150° e della spedizione dei mille.

Ma questa Europa è figlia di quei popoli che sono cresciuti e che oggi – con molta difficoltà e qualche regressione – devono continuare a farlo.

April 27 2011 | Idee and Politica | 10 Comments » | 3,236 views

Per Emilio per esempio

Il 15 e il 16 Maggio dovremo votare per i nostri rappresentanti in consiglio comunale.

La competizione sarà dura, e per essere eletti serviranno circa 650 voti – se non di più.

Discutendo di questo con compagni ed amici  abbiamo deciso di rinunciare a tante singole candidature – che avrebbero solo disperso l’elettorato – ed abbiamo deciso di lavorare insieme e sostenere uno di noi: Emilio Ciarlo.

A molti di noi, me compreso, avrebbe fatto piacere candidarsi, ma se vogliamo un rappresentante in consiglio dobbiamo essere uniti e disposti ad un passo indietro: io ho scelto di farlo.

Senza nulla togliere a candidature improvvisate e individuali, quella di Emilio è il frutto di un gruppo di persone che – nei partiti e nelle associazioni – cerca da anni di realizzare quel cambiamento che serve a Latina.

Persone che vengono da mondi diversi, partiti, associazionismo, volontariato, professioni e sindacati: insieme per costruire e realizzare una città nuova.

Ci sono consiglieri dei giovani come Alessandro Del Franco, compagni che vengono dall’esperienza delle circoscrizioni come Stefano Ficorella. Un amico di tante battaglie come Giuseppe Pannone – anche lui disposto a ritirare la candidatura per una unitaria.

Amici di vecchia data come Diego Piccoli ed Emilio Ranieri – già candidati alle scorse elezioni – che questa volta hanno fatto una coraggiosa scelta di sintesi; e Pietro Gava – studioso di modelli di welfare.

Nomi importanti dell’associazionismo laico e non, come Stefano Ingravalle – factotum di un importante festival cinematografico locale – e Gianmarco Proietti impegnato da oltre 10 anni in tante battaglie in favore degli ultimi.

Sul nostro sito www.primaveralatina.it si sono aggregati molti altri nomi noti e meno noti della cultura, della società civile, del lavoro. Tutti con un progetto: cambiare questa città.

Per una Prima Vera Latina. Insieme per Emilio Ciarlo in Consiglio Comunale.

April 18 2011 | Circoscrizione and Politica | No Comments » | 969 views

Sulla rappresentanza degli interessi particolari

Da tempo si discute nel PD sulla rappresentanza degli interessi particolari. Cacciari come Tramonti paventano e auspicano l ipotesi di un partito appenninico, e da fronti differenti accreditano questo alla incapacità di rappresentare interessi locali e particolari.

Vero è che in queste particolarità troviamo interessi spesso contrastanti: agricoltori alle prese con le quote latte, imprenditori del manifatturiero e del tessile, scuole parificate, tassisti, ordini professionali, partite iva.

A torto o a ragione, la sinistra per queste categorie ha sempre rappresentato uno spauracchio o – nella migliore delle ipotesi – una sciagura naturale come un alluvione o un temporale.

Le cause sono molteplici, ma credo che semplificando basti analizzarne due.

  1. L’eredità storica della lotta operaia: che vede nella borghesia ieri e nel lavoro autonomo oggi un nemico di classe sin dalla rivoluzione francese; questa analisi è legata quindi al plus valore, alla proprietà dei mezzi di produzione e della gestione del capitale.
  2. La composizione del tessuto sociale del secondo millennio dopo la globalizzazione.

La prima causa, ossia l’equazione imprenditore uguale sfruttatore, dovrebbe trovare soluzione nella legislazione fiscale. La progressivita’ delle aliquote e il diritto del lavoro dovrebbero estinguere quest “debito” originario.

Una politica di spesa sprecona e i disservizi delle istituzioni invece fanno si che gli imprenditori si sentano vessati mentre spesso i dipendenti non percepiscono un salario necessario a una vita dignitosa. In Italia – con un’economia prettamente statale e parastatale – si aggiungono i ritardi dei pagamenti delle amministrazioni verso le aziende fornitricipercepiti a torto dagli imprenditori come un esproprio proletario operato dalla sinistra anziché come una negligenza di uno stato inefficiente.

A fronte di questa vessazione fattuale, la politica ha però tollerato l’evasione fiscale come anestetico : il risultato è una diffusa illegalità e una sostanziale diseguaglianza negli attori del mercato. Lavoratori e imprese di Serie A e di Serie B. Tutelati tout-court e schiavi del nuovo millennio.

Affrontare seriamente questo tema vuol dire creare uno stato giusto. Verso i tutti i lavoratori e tutte le imprese, alle quali si richiede il rispetto delle norme e che una volta estinto il “debito sociale” – quale che sia l’entità decisa dallo stato – non devono essere vessate ulteriormente.

La seconda causa è quella più interessante, perché legata alla lacerazione della societa’ e del sistema produttivo che dobbiamo ricomporre. Lo sviluppo che ha migliorato la qualità della vita e limato le differenze sociali fino agli anni ’90 – anni d’oro per il  Socialismo Europeo –  si è allargato al resto del globo, lasciando lentamente la Vecchia Europa.  Da lì sono partiti gli scricchioli che hanno portato con le delocalizzazioni e la crescita delle importazioni low-cost dall’oriente i primi conflitti locali. Da lì si sono riaccesi i conflitti tra gli interessi particolari. Interessi particolari in conflitto significa che piccoli pezzi di paese remano in direzioni diverse. E in questo caso serve capire perché.

La ricomposizione passa per un’ idea di crescita e di sviluppo sostenibile e competitivo nel mercato globale:  il paese deve trovare il modo di agire insieme – come una nuova tribù durante una battuta di caccia. Tocca studiare dove quindi nascono e quali sono le ragioni degli interessi particolari e dei loro conflitti, capire quali sono legittime e quali invece mera ricerca di privilegi.

Sugli ordini professionali il partito ha da tempo preso posizione guardando al mondo anglo sassone e decidendo di chiudere col corporativismo. Sulle quote latte il discorso più complesso e parte dall’ evasione delle quote e dal rapporto costo benefici, passando dal la competizione tra allevatori che hanno rispettato le quote è quelli che invece non lo hanno fatto. Ma ben poco è stato fatto per governare o spiegare il meccanismo delle quote in un sistema agricolo che probabilmente non era pronto a competere in un sistema europeo ieri e globale oggi.

Sul manifatturiero c’e’ da capire le effettive necessità del settore e delle imprese, e cosa può essere fatto di utile nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e che incentivi l’export e l’ innovazione.

Anche qui chi ha corteggiato queste categorie con soluzioni illusorie o temporanei sollievi dalla competizione globale è stato un po’ come un pusher che da’ al malato dosi sempre più forti di morfina senza pensare al momento del risveglio.

Compito di un partito non è di essere il citofono delle categorie, ma di aiutarle ad elaborare soluzioni efficienti che funzionino nel sistema globale. Dialogare e spiegare , accogliendo critiche e suggerimenti, ed emendando anche le proprie posizioni.

Le quali però non possono che rientrare in un quadro organico, che è la strada da  percorrere per uscire dalla crisi e dare ai nostri figli un paese migliore.

April 12 2011 | Eventi and Idee and Sviluppo | No Comments » | 978 views

Un consiglio per dematerializzare… i cani

Tranquilli, l’obiettivo non sono i quadrupedi ma le loro deiezioni.

Domani in consiglio, alle 15.00 discuteremo il nostro odg che propone di sanzionare chi scorrazza i cani senza paletta.

Stando al regolamento comunale in materia infatti, a  Latina quest’obbligo non sussiste.

Oltre a questo affronteremo pure una variante urbanistica nella zona “Parco dei Pini”, sperando che ci sia qualcuno del comune a rispondere alle nostre domande.

La convocazione è disponibile nel “nuovo” Albo Pretorio Online del Comune di Latina – ora obbligatorio per legge.

March 27 2011 | Ambiente and Politica | No Comments » | 853 views

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